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"Dal
1998 sono responsabile della didattica e docente di «International
Acting School Rome», scuola internazionale di recitazione, e legale
rappresentante dell'Associazione Culturale «International Acting
Society», specializzata in Pedagogia Teatrale, entrambe da me fondate.
Diciamolo, anche se la definizione è altisonante, ne sono la direttrice
artistica. L'«International Acting School Rome» si è posta lo scopo di
offrire una formazione completa per gli aspiranti attori e di
organizzare workshops con artisti di fama internazionale per il
perfezionamento degli attori professionisti. L'«International Acting
Society», che gestisce la scuola, è un'associazione culturale che si
occupa di didattica teatrale nelle scuole, ricerca pedagogica e
progetti in tale direzione per il Municipio Roma XVI, la Provincia di
Roma e il M.I.U.R.-Ufficio Scolastico Regionale". |
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International Acting School Rome |
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- Insegnamento di recitazione, dizione e drammaturgia dell'azione / direzione e progettazione didattica
Scuola Biennale, corso di formazione professionale, qualifica 2° livello 'attore', autorizzazione Regione Lazio.
- Laboratorio settimanale e training sistematico, sulla base del
Sistema e del Metodo, per allievi attori e attori professionisti. |
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Ass.ne Cult. International Acting Society |
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'Il Cantiere del Teatro', offerta formativa della Scuola Elementare e
Media «Istituto Comprensivo Via XX Settembre», Monterotondo RM.
- Progetto 'Cantieri' 2002/03 Municipio XVI, laboratorio Scuola Media «Via Vanni», Roma.
- Progetto Shakespeare, 'Una scuola per il teatro' (Provincia di
Roma), offerta formativa 2003/2004 del Liceo Classico e Linguistico
«G.V. CATULLO», Monterotondo (RM).
- Progetto 'Fare teatro narrando' (Provincia di Roma), offerta formativa 2003/2004 del Liceo «Labriola», Ostia RM.
- Progetto Cantieri 2003/04 Municipio XVI, corso di aggiornamento
docenti della Scuola Materna e dell'Infanzia sul legame tra il gioco e
la narrazione della fiaba per lo sviluppo della “teatralità” nel
bambino, titolo del corso: '...dal Nascondino al Pollicino'.
- Corsi di aggiornamento docenti, autorizzati dal MIUR-Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. |
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"In
acting, imagination has three aspects: impulse, belief, and
concentration. Impulse-"the leap of the imagination"-may be conscious
or unconscious in origin, but it is useless without belief, which is
the actor's faith that what he is saying, doing, and feeling is both
interesting and appropriate. Concentration both causes and results from
impulses and belief. The actor who has enough belief and will to follow
his impulse is usually concentrated. On the other hand, much of the
actor's work consists in making himself sentient, in creating the
experience, and this involves a deliberate search for the proper
objects or means of becoming concentrated. In turn, a state of
concentration leads to impulse and belief. In other words, the actor
cannot really think on stage unless he is concentrated, and he cannot
be concentrated unless he is really thinking on stage. Imagination thus
operates in terms of these three interacting factors, and when all
three are operating does imagination in acting actually function.
Training the actor to be really alive involves his being conditioned to
receive impulses from the imaginary stimuli, to make this real-that is,
believable to himself- and thus to awaken the proper sensory,
emotional, or motor responses."
Lee Strasberg |
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- 'Recitare in lingua inglese', corso di perfezionamento per attori organizzato da ENTE TEATRO CRONACA, Napoli (2007).
- Insegnante di recitazione presso PICCOLA ACCADEMIA «L'ARTE DI
CREARE» GIANNI RODARI, accademia delle arti dello spettacolo per
bambini e adolescenti, organizzata dall'associazione Arte Spettacolo
& Didattica, in collaborazione con il Municipio Roma XVI e con il
patrocinio della famiglia Rodari (2004/2005).
- Preparazione dei giovani attori esordienti del film 'Brenda e Plotino', regia di Giorgio Molteni (2000). |
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- Laboratori di recitazione e analisi del testo presso la Scuola «Actors In Motion», Monaco di Baviera, Germania.
- Invitata, partecipa al 1st International Festival of Making
Theatre ad Atene, Grecia (luglio 2005), in qualità di docente di
recitazione la cui metodologia costituisce una novità nel panorama
mondiale (www.toc.gr). |
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Il linguaggio: collegamenti funzionali tra dizione, azione e
immaginazione. Come si può superare il disagio del dire e della
complessità della scrittura nel flusso dell'azione? Tutto ciò a partire
da questa semplice osservazione: tra la comprensione di un testo e la
sua comunicazione sembra esserci uno stretto legame, visibile nel
comportamento del corpo, cioè nel movimento (sia pur impercettibile)
che esso fa durante la lettura. Agendo su quest'ultimo (attraverso
l'uso dello spazio: scomposizione e ricostruzione materiale del testo
nell'ambiente dove viene comunicato; del tempo: lavoro di coordinamento
"battere e levare" del gesto; e dell'immaginazione), ho riscontrato
cambiamenti e miglioramenti sia nella decodifica che nella trasmissione
di un testo dato, come basi e veicoli su cui costruire a seguire
un'ottimale interpretazione.
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- Una metodologia di lavoro individuale a casa: se esiste una
tecnica questa deve permettere, oltre che a far proprio un materiale da
un punto di vista di immaginazione e azione, una prova individuale che
consenta di padroneggiare e ripetere l'esecuzione, senza fissarla o
irrigidirla, e sempre come se avvenisse per la prima volta. Chiamiamola
"esecuzione", ma si è più vicini ad un concetto di partitura. Come si
trova e struttura una partitura che non indica come suonare, ma cosa
suonare e, soprattutto, come la si prova? Anche qui parto dalla
semplice osservazione che una vera tecnica sa come far gestire i
"passaggi". E' quello che avviene a livello di coordinamento, se ben
capisco, con le "scale" del pianista o la "sbarra" della ballerina.
Esistono routines e progressioni specifiche che permettono di
padroneggiare sequenze. Sto formulando delle ipotesi operative anche
per la recitazione. E queste progressioni non possono passare dalla
mera ripetizione di un risultato, sennò tutti i benefici del concetto
stanislavskijano svaniscono. Oppure dai semplici training di
immaginazione e azione, seppur insostituibili. Serve un allenamento che
coordini e colleghi corpo/mente ad una sequenza data, come avviene nel
solfeggio musicale. Un ponte tra il testo e l'agirlo. Il punto sta nel
consentire all'immaginazione psicofisica di dare il via al movimento e
di collegare la sequenza data ai pensieri reali dell'attore. Deve
coordinare una successione di "slanci". Ma, insisto, si deve poter
provare e studiare da soli come fanno i musicisti con il solfeggio di
un pezzo musicale. E costruire una percezione dell'errore che non è
giudizio, ma consapevolezza di aver interrotto il flusso della
sequenza. Altrimenti la recitazione sarà sempre qualcosa che "viene",
mai qualcosa che si prepara e si sceglie di "far venire".
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