International Acting Society |
un monologo di Francesco Randazzo
liberamente tratto
dal libro IV dell'Eneide di Virgilio
e dalla VII lettera delle Heroides di Ovidio |
Didone,
un personaggio che attraversa la Storia e il Mito, giungendo fino a
noi, in una reviviscenza che trasfonde la sua esperienza dal territorio
dellla classicità a quello contemporaneo, rinsanguando e riportando a
noi come vive e presenti le vicende, l'anima e il corpo di un
personaggio che ancor oggi può essere di straordinario impatto visivo
ed emotivo, nel nostro tempo, per la nostra umanità, per rendere al
nostro presente la forza e la vitalità del mito, del linguaggio e di
tematiche universali, fervide e fertili. Didone ritorna fra noi. La sua
voce e la sua presenza ci rendono l'accadere infinito di questa donna,
in fuga da millenni, la sua lotta contro il destino, l'appassionante
catarsi della sua scelta finale, estremo atto di liberazione. |
Lo spettacolo è a Roma,
al Teatro Due sala Aldo Nicolaj,
in Vicolo Due Macelli 37,
dall'1 al 20 aprile 2008
Per prenotazioni:
Teatro Due Roma, tel. 06 6788259
Per prenotazioni scuole e gruppi:
International Acting Society, tel. 06 5880406
cell. 333 1522372 |
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IL PROGETTO
Il progetto nasce da una ricerca sul personaggio di Didone e da
un'elaborazione drammaturgica tratta dal IV canto dell'Eneide di
Virgilio e dalla Lettera di Didone delle Heroides di Ovidio, rendendo
il testo uno stream del personaggio che ripercorre la sua tragedia come
in una reviviscenza che attraversa i detriti della storia per giungere
fino a noi con la forza dell'ineluttabilità e la potenza “barbara” del
personaggio: la fisicità simbolica e astratta; il flusso gestuale umano
e reale, quasi un “reality” tragico che permette di spiare l'evolversi
della passione e il disfacimento psicologico del personaggio; il
tentativo di calare la tragicità epica nel tessuto contemporaneo;
l'affiorare del latino come elemento primordiale, quasi animalesco,
portatore di pura emozione e grido del mito. Ma su tutto il punto di
forza dell'operazione sta nella capacità di coinvolgere il pubblico e
tenerlo 'con il fiato sospeso', restituendo il complesso tessuto
narrativo e poetico, fedele all'originaria strutturazione virgiliana,
in maniera viva e comunicativa.
Un teatro colto, ma anche lieve e appassionante.
LA FIGURA FEMMINILE ANTE-LITTERAM DI DIDONE
Una donna in fuga, una donna che trasforma la propria sfortuna in
avventura e riesce grazie alla propria intelligenza a rifondare la
propria vita, a creare una città. Una donna volitiva che nonostante gli
ostacoli riesce ad ottenere stima e rispetto, e diviene modello di
forza e determinazione. Questa è Didone, regina di Tiro, cacciata dal
fratello che le uccide il marito, approdata sulle coste africane, dove
riesce a fondare una città che diverrà la grande Cartagine: Didone la
volitiva, la donna di potere, corteggiata dai potenti, dei quali tutti
lei rifiuta le proposte di matrimonio, in nome della promessa di
fedeltà data anche oltre la morte al suo defunto sposo. Eppure questa
donna ha nascosto nel cuore il calore, l'enorme potenza del sentimento,
represso e piegato all'onore, alla dignità della promessa. Ma resiste.
Finché a Cartagine non approda Enea, anche lui fuggitivo. Forse è
proprio questa somiglianza, questa comune storia di perdita e fuga,
questo implulso al viaggio e alla fondazione, che colpisce Didone. Per
sua stessa ammissione, subito dopo averlo incontrato, confessa che “Se
non avessi dato sacro giuramento irrevocabile,/mai più, mai più io
sposa, dopo la morte di Sicheo/mio primo amore, morte crudele e odiosa,
io solo/a lui avrei voluto cedere…” Ma la forza del suo giuramento di
fedeltà ha la meglio. Didone ha però, da questo momento in poi in sé il
germe destabilizzante del sentimento, represso, sopito, pronto a
riesplodere (“riconosco i detriti dell'antica fiamma!”). Ciononostante,
probabilmente, sarebbe riuscita a resistere, il suo carattere, fino a
quel momento saldo come una roccia, porta a pensarlo. Ma a questo punto
entrano in campo, oltre alla sorella di lei, che incarna la voce sopita
all'interno del cuore di Didone, le divinità che plasmeranno gli
eventi, fabbricando una serie di circostanze che in un crescendo
d'ineluttabilità condurranno Didone all'abbandono del sentimento, alla
totale annichilazione nell'amore. Enea è suo, s'illude. Ma Enea
l'abbandona, va verso il suo destino, verso altre coste, a fondare la
sua città. Il sogno di Didone s'infrange. Il dolore e la rabbia, la
vergogna per la sua mancata promessa, il senso di perdita sono assoluti
in lei. Si ucciderà con la spada che Enea le ha donato, accanto a un
rogo: l'immagine è potente e simbolica, il suo impatto arriva fino a
noi. Di lei Virgilio ci consegna nell'Eneide la storia, il libro IV del
poema epico è in realtà la tragedia di Didone, un altissimo ritratto
eroico; Ovidio invece nella sua Lettera di Didone, nelle “Heroides”, ci
mostra la donna nel suo estremo atto di asservimento all'amore, la sua
umanità straziata, il suo dolore e la sua rabbia.
Da questi precendenti di straordinaria impressività e carichi di
motivi tematici irradianti, nasce l'idea di un testo e di uno
spettacolo su questa figura di donna, un personaggio che attraversa la
Storia e il Mito, giungendo fino a noi, in una reviviscenza che
trasfonde la sua esperienza dal territorio dellla classicità a quello
contemporaneo, rinsanguando e riportando a noi come vive e presenti le
vicende, l'anima e il corpo di un personaggio che ancor oggi può essere
di straordinario impatto visivo ed emotivo, nel nostro tempo, per la
nostra umanità, per rendere al nostro presente la forza e la vitalità
del mito, del linguaggio e di tematiche universali, fervide e fertili.
Didone ritorna fra noi. La sua voce e la sua presenza ci rendono
l'accadere infinito di questa donna, in fuga da millenni, la sua lotta
contro il destino, l'appassionante catarsi della sua scelta finale,
estremo atto di liberazione. |
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interpretato da
Giorgina Cantalini
scena e costumi
Dora Argento
coreografie
Giovanna Summo
direttore di scena
Monica Mariotti
musiche a cura e di
Calogero Giallanza
luci
Aulo Cerasomma
amministratore
Lino Adaggio
ideazione scenica
e regia di
Francesco Randazzo |
Lo spettacolo ha debuttato a Genova
il 30 Luglio 2007
al X Festival “In una notte d'estate”
Chiostro S.Matteo |
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Teatro Due Roma |
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Teatro Due Roma
sala Aldo Nicolaj
Vicolo Due Macelli 37, Roma
tel. 06 6788259 |
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www.teatrodueroma.it |
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